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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Sta facendo molto parlare di sé una nuova stablecoin appena lanciata sul mercato: si chiama USD1 ed è emessa da una società direttamente collegata alla famiglia Trump.
Nel video di oggi approfondiamo che cos'è USD1, come funziona e perché ha già sollevato diverse critiche e preoccupazioni, soprattutto per il possibile conflitto di interessi con l'attuale presidenza degli Stati Uniti.
Vedremo:
-Le caratteristiche tecniche di questa stablecoin
-Il meccanismo economico che permette alla società emittente di trarne profitto
-Le reazioni del mercato e della politica americana, tra cui quelle di alcuni senatori
-E il confronto con le stablecoin già affermate come USDT e USDC
Alla luce di tutto questo, USD1 può davvero ritagliarsi uno spazio nel mercato delle criptovalute o sarà frenata dalle polemiche che la circondano?
Guarda il video fino alla fine per avere una panoramica completa e farti un’idea più chiara su questo progetto e sul suo possibile impatto nel settore delle crypto.
Buona visione!
Introduzione a USD1 e al legame con la famiglia Trump
Ciao a tutti e benvenuti sul canale della Unger Academy. Oggi parleremo di una stablecoin che sta già facendo discutere moltissimo, ovvero USD1.
Si tratta di una criptovaluta ancorata al dollaro statunitense, ma che ha suscitato l'attenzione di molti per il suo legame con la famiglia più discussa degli Stati Uniti, ovvero proprio la famiglia Trump.
USD1 è stata infatti lanciata da World Liberty Financial, una società legata direttamente alla famiglia del presidente degli Stati Uniti.
Funzionamento e promesse di trasparenza
Il suo funzionamento è molto semplice e, come tutte le stablecoin, tende a mantenere un rapporto costante 1 a 1 con il dollaro statunitense. Questo significa che per ogni token USD1 emesso da World Liberty Financial, ci deve essere un equivalente dollaro messo a garanzia in beni sicuri, in particolare titoli di stato o conti di liquidità.
USD1 poi gira su due delle principali blockchain, ovvero Ethereum, tramite token ERC20, e anche su Binance Smart Chain.
Come per le altre stablecoin che si basano sullo stesso principio, una delle caratteristiche più apprezzate dagli utenti potrebbe essere proprio la velocità e l'economicità delle transazioni rispetto ai tradizionali canali bancari, unite alla promessa della massima trasparenza grazie ad audit esterni sulla società che gestisce il token. Chiaramente bisogna fidarsi di questi audit.
Modello di guadagno e critiche sul conflitto d’interessi
Ma come guadagna World Liberty Financial da questo token USD1? Il meccanismo è molto simile a quello utilizzato da altre stablecoin come la più famosa USDT emessa da Tether. Quando gli utenti quindi acquistano USD1, la società investe questi fondi in asset altamente liquidi e sicuri, come titoli di stato a breve termine degli Stati Uniti, che generano interessi.
In questo modo, World Liberty Financial può guadagnare somme ingenti dall'investimento in titoli di stato, grazie proprio agli interessi, mantenendo allo stesso tempo la parità con il dollaro per il suo token USD1.
Ma è proprio qui che nasce il problema. Fin dal suo lancio, USD1 è stato oggetto di critiche per il potenziale conflitto di interesse dovuto al suo legame con la famiglia Trump, in particolare con il presidente degli Stati Uniti. Secondo alcuni osservatori, infatti, la creazione di questa stablecoin potrebbe rappresentare un rischio per la trasparenza e soprattutto per l'indipendenza delle politiche monetarie degli Stati Uniti.
In particolare, ha fatto pensare il fatto che Donald Trump, in una delle sue prime azioni da presidente, abbia vietato alla Fed di emettere un dollaro digitale ufficiale e poco dopo, tramite la sua società di famiglia, abbia iniziato a promuovere ed emettere proprio un dollaro digitale come USD1.
E questo ha chiaramente generato il timore di un potenziale conflitto di interessi, in quanto il Presidente otterrebbe un ritorno economico personale dalla promozione di questa stablecoin, derivante proprio, come abbiamo spiegato, dal meccanismo di investimento in titoli di stato, che a sua volta sono emessi dallo stato che lui rappresenta.
Reazioni politiche e sfide etiche
C'è stata in particolare una senatrice del Senato americano, Maxine Waters, che ha espresso pubblicamente i suoi timori riguardo alla neutralità di questo progetto. Perché secondo lei, e secondo gli altri critici rispetto a questo progetto, la presenza diretta della famiglia Trump dietro USD1 potrebbe influenzare indebitamente la percezione della stabilità economica americana e far addirittura emergere dubbi sull'uso di questa stablecoin per usi politici o addirittura personali.
Concorrenza nel mercato delle stablecoin
Ma a parte questi aspetti molto critici, non dimentichiamo che USD1 arriva in un mercato dove la concorrenza tra le stablecoin è molto alta. Altri token come USDT di Tether o USDC di Circle sono ormai affermati da anni e utilizzati in tutto il mondo da milioni di utenti. Quindi USD1 per poter competere in questo settore dovrà dimostrare non solo di essere tecnologicamente affidabile, ma anche impeccabile dal punto di vista etico e della trasparenza.
Solo se riuscirà a fare questo, potrà sicuramente risultare un altro progetto interessante in questo settore. E come detto, il suo successo o fallimento dipenderà molto da quanto la società sarà in grado di rassicurare gli investitori sulla sua trasparenza e neutralità.
USD1: progetto innovativo o rischio per l’economia?
E voi cosa ne pensate? USD1 diventerà la nuova stablecoin di riferimento o tutte queste polemiche ne limiteranno l'adozione? Fatecelo sapere nei commenti.
Se poi questo video vi è piaciuto e vi interessano questo tipo di argomenti, fatecelo sapere con un bel like, magari iscrivetevi al canale e restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti sul mondo cripto.
Grazie per averci seguito e alla prossima!
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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.
Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia.
Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.
Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.
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